DESING FOR DISASSEMBLY (DFD): RAGGIUNGERE LA SOSTENIBILITÀ ATTRAVERSO LE NUOVE TECNOLOGIE.

L’edilizia civile è una delle industrie che più danneggia l’ambiente a causa dell’elevato utilizzo e spreco di risorse naturali. Gli architetti si occupano indubbiamente di tutte le componenti ambientali in loco per aumentare l’efficienza delle infrastrutture, in modo da permettere ulteriori costruzioni atte a soddisfare qualsiasi esigenza, adattando un edificio a ciò che lo circonda in modo armonico. Tuttavia, l’attuale pratica costruttiva presta poca attenzione a materiali e strutture a lungo termine, senza tenere conto dell’importanza del riciclaggio e del riutilizzo alla fine del loro ciclo di vita.  Per cambiare questo scenario, Design for Disassembly e altri principi fondamentali del Built Positive Movement tentano di riutilizzare e riciclare tutte le parti di un edificio dopo il suo ciclo di vita per migliorare i principi di sostenibilità.

Le città hanno un grande impatto sull’ambiente, in quanto responsabili di circa il 40% del consumo di energia primaria, del 26% del consumo di risorse materiali e del 35% della produzione di rifiuti. Tali impatti ambientali negativi contribuiscono al riscaldamento globale e all’effetto serra, con un’incidenza del 23% dell’inquinamento atmosferico, del 50% del cambiamento dell’atmosfera, del 40% dell’inquinamento dell’acqua potabile e del 50% dei rifiuti delle discariche. Le previsioni stimano che questa percentuale sarà cresciuta dell’1,8% entro il 2030. Il DFD mira a prevenire questo peggioramento incoraggiando il riutilizzo, la riparazione, la rigenerazione e il riciclaggio. Aiuta a progettare prodotti che possano essere somiglianti tra di loro, sezione per sezione, come pezzi di lego, costruendo edifici che possano essere modificati in futuro ed eventualmente smontati per recuperarne i componenti e i materiali, evitando sprechi e inquinamento.

Le principali strategie del DFD sono Riuso, Riparazione, Rigenerazione e Riciclaggio. Questo approccio ciclico all’ambiente è un modo per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) fissati dalle Nazioni Unite per un futuro migliore. Riprogettando gli edifici per il futuro, considerando il loro ciclo di vita,  e seguendo le strategie DFD, è possibile evitare ulteriori danni ambientali. Il primo fattore più rilevante nella circolarità è rappresentato dai materiali: DFD evita il più possibile la costruzione a umido, progettando  componenti edilizi che vengono smontati nel modo in cui si raccolgono. Alcuni materiali come alluminio, acciaio e calcestruzzo sono responsabili delle emissioni di CO2. L’industria globale del cemento contribuisce anche al 5% delle emissioni globali di anidride carbonica, spingendo DFD ad evitare tali materiali e dare priorità a quelli con minore impatto nei sistemi naturali, come il legno.

Il settore delle costruzioni rappresenta il 25 per cento annuo della produzione dei rifiuti non industriali e il 25-40 per cento delle emissioni totali di carbonio; pertanto, con il riutilizzo del materiale diminuirà anche la nostra impronta ecologica. Ad esempio, invece di utilizzare metodi di costruzione a umido come colle e cemento, si possono utilizzare materiali che possano essere riparati con bulloni e filettature universali, consentendo loro di essere smontati e riutilizzati in futuro. Negli Stati Uniti, il 48% di tutte le macerie proviene dalla demolizione; ciò potrebbe essere evitato anche grazie a un dettagliato piano di costruzione e riciclaggio promosso dalle strategie DFD. L’integrazione delle strategie DFD nelle prime fasi di vita di un edificio consentirà il riutilizzo dei suoi componenti a fine vita. Il nuovo Piano di Londra richiederà anche una domanda di costruzione dove verrà mostrato come i componenti dell’edificio possono essere smontati e riutilizzati in futuro, con l’obiettivo di un’economia circolare e zero sprechi.

Il DFD svolge un ruolo unico nel settore delle costruzioni, consentendo ai progettisti di migliorare la funzionalità di un edificio tenendo conto delle questioni ambientali. Per sostenere l’ambiente, i progettisti di tutti i settori devono essere aperti a nuovi modi di progettare e integrare i prodotti con nuove soluzioni, pensando al loro ciclo di vita e, di conseguenza, all’impatto che possono causare sulla natura, durante e dopo il loro utilizzo. La tecnologia è necessaria per analizzare le costruzioni future in modo che i materiali non vengano considerati obsoleti e scartati, e per far sì che le innovazioni in campo ambientale  permettano l’evoluzione verso un migliore stile di vita. L’ambiente favorisce la creazione umana; pertanto, è necessario agire per raggiungere risultati sostenibili per un futuro migliore.

Autore: Sarah Tavares

Traduttore: Alessandra Monopoli

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