Autore: Raúl Selva
Translator: Raúl Selva
Akira Kurosawa è uno dei più importanti registi cinematografici della storia, autore di famosi film come Ran o I Sette Samurai. Lui era a conoscenza della relazione tra l’uomo e la natura e l’importanza di quest’ultima come forza vitale. Il suo film Dersu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure, pur non essendo uno tra i film più conosciuti, ha dato un grande contributo alla comprensione delle conoscenze ecologiche tradizionali. Questa conoscenza tradizionale, che coinvolge modi unici di relazionarsi con l’ambiente, è sempre più minacciata dalla globalizzazione culturale, e la sua scomparsa potrebbe significare la perdita di conoscenze utili per relazionarsi in modi diversi e più sostenibili con la natura. Dersu Uzala, il personaggio principale del film, un cacciatore di etnia Hezhen che vive da solo nella taiga siberiana, rappresenta i popoli tradizionali che stanno scomparendo di fronte a un nuovo mondo che non offre loro opportunità o un posto in esso. Lo scopo principale di questo articolo è quello di presentare la conoscenza tradizionale di questo personaggio interessato all’ambiente attraverso le diverse scene che Kurosawa mostra nel suo film, e spiegare in che modo questi approcci tradizionali possano contribuire a relazionarsi con l’ambiente in modo più sostenibile ed ecologico.
Le società occidentali hanno una visione molto meccanica dell’ambiente che viene dal Rinascimento, concretamente dalla filosofia cartesiana. In questo approccio, la natura funzionerebbe come un paniere di risorse da cui possiamo estrarne quante ne vogliamo. Ciò ha giustificato secoli di sfruttamento dell’ambiente. Questa visione che è rappresentata dal distaccamento militare nel film, soffoca con la visione animista di Dersu, e questo porta a diverse scene in cui entrambe le visioni entrano in conflitto.
Una delle caratteristiche delle società animiste è il modo in cui si relazionano con gli altri esseri viventi (e non viventi). Mentre noi li classifichiamo come animali, piante o elementi, posizionandoli in uno stadio inferiore all’interno di una relazione di dominanza, Dersu usa la parola “persona” per parlare di loro. Questo perché conferisce a questi esseri viventi un’interiorità e un’anima. Con ciò, queste società sentono la responsabilità dell’essere umano nel trattare con l’ambiente. Questo spiegherebbe diverse scene come quella in cui il cacciatore sta parlando con il fuoco, o un’altra in cui si arrabbia perché uno degli esploratori brucia la carne nel fuoco, carne che potrebbe essere usata da altre “persone”, come un topo, un tasso o un corvo. Particolarmente interessante è la scena in cui Dersu, senza altre opzioni, uccide una tigre. Questo rappresenta una svolta nel film, perché da quel momento Kanga, lo spirito della foresta, vuole punirlo. Dersu diventa una persona più timida e infelice. Nell’immaginario collettivo dei popoli Hezhen, uccidere una tigre è un evento estremamente grave e inaspettato che nessuno vuole. Il rispetto per la vita degli animali è così importante in queste società che uccidere un animale senza valide ragioni è impossibile.
Dersu Uzala parlando al fuoco.
È particolarmente interessante vedere come la fine di Dersu Uzala è mostrata nel film. Nonostante un primo rifiuto di vivere in città, dove non vi appartiene affatto, il cacciatore accetta finalmente di trasferirsi lì quando la sua vista non è più così efficiente. Come ci si può aspettare, non può adattarsi alla vita urbana, dal momento che è stato cresciuto nella taiga e il suo lavoro è quello di cacciare. Chiede anche al capitano, parlando delle case: “Come può la gente vivere in una scatola?”. La prima scena del film, che è cronologicamente l’ultima, funziona come una metafora per il corso dei popoli tradizionali. Quando il capitano va a visitare alcuni anni dopo il luogo dove Dersu è sepolto, vicino ad alcuni alberi caratteristici trova uno scenario diverso. Gli alberi sono stato abbattuti per costruire n villaggio in quel luogo. La memoria di Dersu, così come gli alberi, sono andati perduti.
La vita di Dersu in città.
In conclusione, Kurosawa mostra nel suo film Dersu Uzala un’altra prospettiva attraverso cui relazionarsi con l’ambiente. Il metodo di sfruttamento tipico delle società occidentali è messo in discussione da una visione della vita in armonia con la natura, intesa nel suo complesso, che deve essere rispettata. Dersu rappresenta questa opzione, che purtroppo sta scomparendo, e che dobbiamo prendere in considerazione molto seriamente se vogliamo evitare il collasso di un ambiente che non smettiamo di spremere e che si avvicina sempre più all’esaurimento delle sue risorse.
Bibliografia:
Alexiades, M. (2018). La antropología ambiental: una visión desde el Antropoceno. In: Santamarina, Beatriz and Beltran, Oriol, eds. Antropología Ambiental: Conocimientos y Prácticas Locales a las Puertas del Antropoceno. ICARIA, Barcelona, Spain, pp. 7-70. ISBN 978-84-9888-838-6.
Kurosawa, A. (1975). Dersu Uzala. Mosfilm.
Maciejewski, D. (2022). «El respeto a la naturaleza como deber moral: el mensaje ecologista de Akira Kurosawa en ‘Dersu Uzala’». EL ESPAÑOL. Available in: https://www.elespanol.com/enclave-ods/historias/20220422/respeto-naturaleza-ecologista-akira-kurosawa-dersu-uzala/666433652_0.html