L’acqua è una delle sostanze più importanti ed essenziali per la vita dell’uomo, ottima fonte di idratazione e sostenimento per il nostro corpo.
Non solo l’acqua ci disseta, ma consente agli organi dell’organismo umano di funzionare correttamente.
Inoltre essa permette di compiere moltissime azioni fondamentali come ad esempio lavarsi, cucinare e tanto altro.
Ma non è un bene accessibile a tutti, infatti uno studio olandese ha rilevato che più di quattro miliardi di persone vivono in condizioni di scarsità d’acqua per almeno un mese all’anno e che 1,8 miliardi di persone devono fare i conti con la siccità per almeno sei mesi all’anno
Inoltre cinquecento milioni di persone vivono in luoghi in cui il consumo annuo di acqua è doppio rispetto la quantità che la pioggia riesce a reintegrare, questo sta portando al degrado irreversibile delle falde acquifere.
Le zone con maggior rischio di esaurimento delle fonti idriche sono: Cina e India
Questa è la situazione odierna per quanto riguarda la scarsità d’acqua. La principale causa del problema siamo noi perché abbiamo alterato l’ecosistema idrico “portando” un eccessivo inquinamento delle acque marine, un uso improprio di essa nell’agricoltura e nell’allevamento e infine un insostenibile incremento demografico.
INQUINAMENTO IDRICO. Ne esistono di vari tipi:
• INQUINAMENTO INDUSTRIALE:
Quotidianamente vengono scaricate sostanze inquinanti in quantità elevate da parte delle industrie, provocando danni all’interno dell’ecosistema. Le maggiori responsabili sono le industrie chimiche, cartiere, caseifici e segherie.
• INQUINAMENTO URBANO:
Deriva dagli scarichi di abitazioni, uffici e altre strutture. È stato principalmente l’aumento della popolazione a rendere questo problema una questione molto grave. Infatti vengono inseriti nell’acqua per via diretta senza alcun trattamento di depurazione.
• INQUINAMENTO DEGLI OCEANI:
Gli oceani sono invasi da plastica e microplastiche galleggianti, che tendono ad entrare nel ciclo dell’acqua e poi direttamente nella catena alimentare.
• INQUINAMENTO AGRICOLO:
Deriva dall’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi usati in quantità notevoli.
• INQUINAMENTO DA IDROCARBURI:
Causato dal petrolio che fuoriesce dalle petroliere danneggiate o naufragate o da quello presente negli scarichi delle acque usate per lavare le cisterne petrolifere.
• INQUINAMENTO TERMICO:
Ne è la causa l’eccessivo impiego dell’acqua per raffreddare gli impianti d’industrie (centrali termoelettriche).
CONSEGUENZE INQUINAMENTO:
Le acque inquinate da virus e batteri causano malattie come epatite virale, salmonella e tifo.
Inoltre le industrie scaricano acque spesso contenenti:
1. Mercurio: che assumiamo attraverso il pesce 2. Cromo: causa di anemia 3. Piombo: causa problemi al fegato e ai reni
INCREMENTO DEMOGRAFICO
Mentre la domanda di acqua sta crescendo in modo significativo rispetto all’aumento della popolazione, la sua disponibilità tende a diminuire soprattutto alle medie e alle basse latitudini, con ritmi sempre più rapidi.
Le risorse idriche saranno sottoposte a una pressione senza precedenti che interesserà in modo non omogeneo i paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, accentuando cosi le differenze economiche tra i paesi ricchi e quelli poveri. La principale fonte di domanda dell’acqua proviene dalle comunità urbane che necessitano di acqua potabile e di acqua per i servizi igienico-sanitari per le fognature.
IMPRONTA IDRICA:
L’impronta idrica è l’insieme delle risorse idriche utilizzate da un paese per produrre i beni e i servizi consumati dagli abitanti della nazione stessa.
In media ogni anno esauriamo indirettamente solamente mangiando, vestendoci e comprando merce, 1385 metri cubi di acqua, l’equivalente di 8650 vasche da bagno piene.
In Italia l’impronta media individuale raggiunge valori ancora più alti: è di 2303 metri cubi annui.
E’ nata un’organizzazione internazionale, la WATER FOOTPRINT NETWORK, per approfondire gli studi sull’impronta idrica e trovare soluzioni alla crescente emergenza idrica globale.
Fonti tratte da: www.wikipedia.org , depuratoriacqualife, sito del wwf, www.fondazioneuniverde.it